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Home » META per il Sociale » Sostegno alla genitorialità in contesti protetti

Intervento sul sostegno alla genitorialità realizzato da META presso il centro per Ragazze madri Opera Mater Dei della Diocesi di Castel Gandolfo nel novembre 2016. Organizzato dall’ass. di volontariato “AMS” di Ariccia in collaborazione con una equipe di volontari del policlinico Gemelli di Roma.

Il sostegno alla genitorialità per le ragazze madri

Essere madri è una sfida assai complessa e lo è ancor di più quando si tratta di giovani donne che sono prive del supporto del proprio compagno, dei familiari e di una rete relazionale e sociale tale da potergli garantire una vita serena e autonoma.

Da sempre la madre sola, ha dovuto affrontare un radicato sentimento di disapprovazione culturale, che spesso la portava ad un drammatico isolamento.

Questa alienazione nel corso della storia, ha portato molte donne a scegliere di abbandonare i figli: per garantirgli un futuro migliore, per evitare di fargli scontare il peso della loro solitudine, per non dover affrontare le conseguenze e il peso della loro maternità fuori dal matrimonio.

Il fardello che si porta dietro la ragazza-madre, sembra essere legato ad un implicito bisogno di dover dimostrare al mondo di poter essere capace nel ruolo di madre, senza dover “espiare la colpa” della propria condizione.

Nonostante le numerose battaglie e i tanti cambiamenti culturali, la madre single può sentirsi ancora, come un anello debole nella società, soprattutto se non supportata da una indipendenza economica e dal sostegno di una rete di affetti, tanto da dover ricorrere all’ausilio una casa famiglia, dove alloggiare e poter crescere con maggiore serenità i propri figli.

Il centro per ragazze madri di Castel Gandolfo e il sostegno alla genitorialità

Pur trattandosi di un contesto istituzionale, il centro per ragazze madri di Castel Gandolfo si è reso da subito luogo familiare e accogliente per le sue ospiti, tanto da essere pronto ad accogliere le loro esigenze, non solo pragmatiche e logistiche, ma focalizzandosi sul loro benessere emotivo e psicologico.

In risposta a questa attenzione del centro, Meta ha strutturato gli interventi di sostegno per le ragazze-madri, mirando al riconoscimento e rafforzamento delle loro capacità genitoriali, e al complesso rapporto con i figli di diversa età, che fuori dal centro, si rapportano in ambito scolastico e ludico, con coetanei che vivono una realtà molto diversa dalla loro.

Le donne che abbiamo incontrato racchiudono una complessità caratteriale. Appaiono coraggiose, determinate, forti, con un’elevata resilienza alle difficoltà che come donne e come madri affrontano costantemente, sia in ambito lavorativo, che nella gestione dei figli. Al contempo, lasciano trasparire il costo di questa loro tenacia e si dicono spaesate, emotivamente molto fragili, sole, spesso immature con evidente bisogno di avere dei punti di riferimento stabili e continui, e soprattutto preoccupate per il futuro dei propri figli. La loro paura si annida nel sentirsi impreparate ad affrontare, senza una rete di sostegno familiare, l’incerto compito genitoriale. Spesso si dicono impreparate a fornire un modello di comportamento forte e rassicurante per i propri figli, che si confrontano con realtà diverse fuori dal contesto del centro, e che spesso ne soffrono.

Paradossalmente, pur essendo un gruppo di donne che condivide la stessa esperienza di vita non utilizzano momenti di interscambio e di confronto per facilitare l’elaborazione/gestione dei propri vissuti emotivi. E’ emerso così un grosso carico in termini di emotività inespressa che va a pesare sulle dinamiche quotidiane che queste ragazze madri vivono.

Temi come l’uso degli spazi comuni, l’organizzazione della spesa/cucina, i turni per le pulizie, ed altre necessità quotidiane, fanno spesso da copertura a conflitti più profondi e a bisogni più radicati e inespressi, che ognuna di queste donne porta con sé.

Vissuti come la rabbia e la frustrazione di non sentirsi pienamente autonome nella realizzazione delle proprie aspettative, il senso di solitudine e il sentirsi abbandonate dagli affetti più cari e l’apprensione per il futuro dei propri figlie e il senso di inadeguatezza e di incertezza nel ruolo genitoriale, vengono a palesarsi attraverso ansie e conflitti tra il gruppo.

Alla luce delle dinamiche emerse durante l’incontro iniziale, il supporto psicologico che META ha cercato di offrire è stato differenziato in un duplice intervento:

  • gruppale, attraverso l’iniziale ascolto delle difficoltà gestionali, relazionali tra ragazze madri, ed in relazione al corpo degli operatori, per poi formulare all’interno del gruppo, una rilettura delle dinamiche e dei ruoli che le ragazze madri hanno assunto all’interno della struttura e possibili soluzioni dei conflitti emersi. Ci si è soffermati molto sul riconoscimento del ruolo importante del gruppo come risorsa aggiunta per la gestione di tutti i figli all’interno del centro, sottolineando l’importanza per questi minori di avere più figure di riferimento educativo e di sostegno.
  • individuale, creando uno spazio ad personam, permettendo a chi lo desiderasse di accedere ad una consulenza clinica e di ascolto in forma privata con gli psicoterapeuti Meta, all’interno della quale poter rielaborare sofferenze e dinamiche più profonde, volti a promuovere e sostenere la relazione madre-figlio, la ricostruzione di autostima.

Attenzione particolare è stata focalizzata a sostenere il compito educativo e di supporto fornito dagli operatori del Centro, incentivando l’equipe a preservare il rapporto madre-figlio, all’interno della peculiare forma in cui si manifesti, così da poter rimandare alla madre la propria efficacia genitoriale, all’interno di uno spazio protetto dove poter maturare e responsabilizzarsi, in vista di un inserimento autonomo nella società.

Nonostante il vissuto doloroso, di sfiducia e di insicurezza che hanno sviluppato nel corso delle circostanze difficili che hanno affrontato, le ragazze madri hanno risposto all’intervento di Meta, in modo palesemente soddisfacente ed inaspettatamente partecipativo. Da subito si sono dette desiderose di poter condividere con gli operatori del centro e con le altre ragazze madri le loro paure, ansie, i desideri e difficoltà fino a quel momento mai chiaramente espressi.

L’intervento Meta ha mirato alla facilitazione comunicativa tra le ospiti della struttura, attraverso tecniche di lavoro di gruppo come brainstorming e circle time, permettendo una minor distanza emotiva e conoscitiva tra le ragazze-madri. La solitudine, la distanza percepita, la difficoltà di superare i ruoli irrigiditi tra le ragazze madri, viene cosi ridotta e trasformata attraverso la possibilità di riconoscersi nell’esperienza dell’altro, empatizzando con un vissuto che rispetto al proprio è diverso nella forma ma non nel contenuto.

Spostandoci su un piano maggiormente soggettivo, invece, sono emersi vissuti di rabbia repressa per la propria condizione di vita, l’angoscia di sentirsi abbandonati dalla famiglia e dal partner, la difficoltà a gestire i figli che crescono, il sentirsi fragili nella propria identità femminile-materna.

Il rimando emotivo ha coinvolto anche gli operatori e la dirigenza del Centro, che si sono subito attivati a perpetrare ed a rafforzare la continuità di momenti di dialogo e confronto gruppale, riconoscendone a pieno l’importanza come efficace strategia per prevenire ritiri depressivi, senso di impotenza e bassa autostima delle ragazze-madri e dei lori figli, permettendogli di poter accedere a spazi di consulenza clinica individuale per far fronte ai vissuti soggettivi di donna e di madre non trattabili in uno spazio allargato come quello del gruppo.


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