Le fobie (claustrofobia, agorafobia ecc.) sono legate ad un sentimento di paura eccessiva associata a un oggetto, situazione o comportamento che in realtà non rappresentano un pericolo reale.
La persona che vive uno stato di angoscia dilagante che non sa definire, cerca nella fobia una strategia inconsapevole per fronteggiare e circoscrivere la paura generalizzata, preferendo i sintomi fobici (per quanto sofferti e invalidanti), all’intollerabilità di un’angoscia senza nome.
La fobia, quindi, permetterebbe alla persona di gestire l’angoscia e l’ansia non contenibili, focalizzandole solo su oggetti e situazioni in cui vengono incanalate, e che in apparenza basterebbe evitare per recuperare una parvenza di serenità.
Per una migliore comprensione del disagio fobico è importante coglierne alcuni aspetti caratteristici legati al numero di fobie presenti nella stessa persona, all’argomento della fobia stessa e alle ripercussioni che questa può avere nella vita quotidiana di chi ne soffre e di chi lo circonda.
E’ necessario quindi accogliere il vissuto di angoscia legato alla fobia aiutando la persona ad aumentare la propria capacità di tolleranza alla paura, sostenendo e accrescendo il senso di fiducia in se stessi.
Agorafobia
E’ un disturbo legato al vissuto di ansia di trovarsi in luoghi e situazioni da cui sarebbe difficile e imbarazzante allontanarsi. La persona sente di essere impossibilitato a gestire da sola situazioni in cui è lontano da punti di riferimento (luoghi affollati, mezzi di trasporto pubblici ecc. ecc.), avvertendo una forte angoscia che può sfociare nell’attacco di panico. Per evitare il senso di smarrimento e di ansia, la persona tenderà a evitare situazioni pubbliche, limitando spostamenti a situazioni in cui può essere accompagnata da qualcuno. L’agorafobia può presentarsi o meno con l’attacco di panico, e qualora questo non fosse presente, la persona avverte l’angoscia che possa verificarsi in modo dirompente.
E’ importante far acquisire consapevolezza alla persona delle relazioni di dipendenza che sta istaurando con il disagio agorafobico, aiutandola nella realizzazione della propria individuazione e autonomia.
Fobia sociale
La persona con tale tipo di fobia ha una paura forte e persistente nelle situazioni sociali e prestazionali che possono creare imbarazzo. La persona teme di essere giudicata, ad esempio, pazza o debole o stupida. Evita di parlare in pubblico nel timore che gli altri notino il tremore delle mani o della voce, o di parlare con gli altri perché pensano di non essere chiari e comprensibili.
L’esposizione a tali situazioni comporta quasi sempre una risposta immediata ansiosa, anche nella forma di attacco di panico. Tipico, ma non costante, l’arrossire. La persona riconosce che la paura è eccessiva, ma cerca di evitare la situazione che sente come pericolosa o a tollerarla con difficoltà. A volte la risposta ansiosa precede di molto la situazione: la persona può preoccuparsi ogni giorno, anche settimane prima, nell’attesa di un evento sociale.
Bassa autostima e ipersensibilità alla critica si associano spesso alla fobia sociale. L’insieme dei sintomi interferisce notevolmente con la vita quotidiana della persona. La consapevolezza che la fobia sociale ha un significato specifico, legato alla propria storia, nonché al momento di vita che si sta vivendo, può aiutare a gestire poco a poco l’ansia che ne deriva.
Zoofobia
È la paura persistente, anormale e ingiustificata degli animali o il disgusto/rifiuto per essi. Un esempio è la paura degli insetti, come l’apifobia (paura delle api), l’aracnofobia (paura dei ragni) o la mirmecofobia (paura delle formiche). Esistono anche fobie verso animali inoffensivi, come le galline (alektorofobia), i pesci (ictiofobia) e le talpe (zemifobia).
L’ornitofobia, ovvero la paura persistente, anormale e ingiustificata degli uccelli può derivare non solo dall’opportunità di incontrarli, ma anche di esserne attaccati. Tale paura può derivare da qualche episodio dell’infanzia legato agli uccelli o essere “ereditato” da un genitore che mostra ansia di fronte agli uccelli. La zoofobia non va confusa con la paura ragionevole degli animali pericolosi o minacciosi, come un orso o una serpe.
Individuare il significato specifico che la fobia ha per se stessi, in relazione alle difficoltà che si stanno vivendo in quel momento e ai propri bisogni, è il punto di partenza per poter iniziare a gestirla e ridimensionarla, nonché superarla.
Claustrofobia
Al contrario dell’agorafobia, questo disturbo implica il timore ingiustificato di restare confinato in spazi chiusi. La persona tende a evitare ascensori, metrò, tunnel, stanze piccole, porte girevoli e anche l’uso di attrezzature per tecniche mediche diagnostiche come la TAC. La sua vita è dunque condizionata da tale paura, come quella di chi gli sta accanto.
Una riflessione attenta su cosa significhi per questa persona avere questo tipo di paura, anche in relazione ai suoi rapporti affettivi che ne vengono condizionati, è fondamentale per poterne venire a capo.
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