In tali disturbi l’alterazione predominante è un deficit clinicamente significativo cognitivo o di memoria. La causa di tale alterazione risiede in una condizione medica o nell’uso di una sostanza di abuso o di un farmaco.
Il Delirium
La caratteristica essenziale è un’alterazione di coscienza accompagnata da una modificazione cognitiva che si realizza in un breve periodo di tempo (ore o giorni) e tende a fluttuare durante il corso del giorno.
Il delirium è la conseguenza fisiologica diretta di una condizione medica generale o di una Intossicazione o Astinenza da sostanze, dell’uso di un farmaco, dell’esposizione a una tossina, o di una combinazione di questi fattori.
L’alterazione di coscienza è manifestata da una riduzione della lucidità della percezione dell’ambiente. La capacità di focalizzare, mantenere o spostare l’attenzione è compromessa. La persona è quindi in difficoltà nel partecipare a una conversazione, perché la sua attenzione è facilmente distratta da stimoli irrilevanti.
La modificazione cognitiva che si accompagna può essere rappresentata da un deficit della memoria, da disorientamento nel tempo e nello spazio, da alterazioni del linguaggio(compromissione della capacità di articolare la parola o di nominare gli oggetti o di scrivere, etc.) o da alterazioni percettive (illusioni, allucinazioni, etc.).
La terapia farmacologica è di elezione, ma è sempre necessario valutare tutte le componenti del problema. Qualora il delirium insorga in una persona anziana la terapia sarà multidisciplinare. Accanto alla farmacoterapia sarà necessario fornire un ambiente di ricovero adatto e con uno staff costante, nonché favorire le relazioni sociali del paziente con familiari e amici. La famiglia è un’importante risorsa, necessaria per ripristinare l’equilibrio del paziente e nella collaborazione nel lavoro del personale di assistenza. La famiglia deve essere pertanto informata su cos’è il delirio, quali le sue cause, e i suoi sintomi, qual è il trattamento e come la famiglia può aiutare la persona con delirio.
La Demenza
La demenza può essere Tipo Alzheimer, Vascolare, dovuta a trauma cranico, a malattia di Parkinson, di Huntington, etc.
La caratteristica centrale è lo sviluppo di molteplici deficit fra cui la compromissione della memoria, per cui la persona non è in grado progressivamente di apprendere nuove informazioni, o dimentica nozioni acquisite in precedenza. La persona può perdere oggetti di valore, dimenticarsi del cibo che cuoce sui fornelli, perdersi vicino casa. Negli stadi avanzati, la persona dimentica il proprio compleanno, i familiari e a volte persino il proprio nome.
Il deterioramento del linguaggio può essere manifestato dalla difficoltà di ricordare i nomi; l’eloquio può diventare vuoto, con l’uso eccessivo di termini vaghi come “cosa”, “questo”. Negli stadi avanzati la persona può divenire muta o ripetere suoni e parole più volte. La persona con demenza può divenire incapace di eseguire attività motorie (vestirsi, cucinare, etc.). La personaperde la capacità di pensare, pianificare, iniziare e affrontare nuovi compiti che richiedono l’assimilazione di nuove informazioni.
La consapevolezza dei propri deficit, nella persona con demenza, può essere parziale o mancare completamente. Le persone affette da demenza preservano il senso della propria identità fino a stadi relativamente avanzati della malattia. Possono essere in grado di svolgere il loro lavoro e le loro abituali attività sociali in maniera abbastanza soddisfacente.
Circa i due terzi dei casi di demenza sono dovuti a malattia di Alzheimer e in queste persone il declino si verifica in media nel giro di dieci anni. Durante tale declino, accanto alla compromissione delle funzioni cognitive, possono manifestarsi alterazioni dell’umore e della personalità. Quando la persona è consapevole dell’inizio del declino, può avere scoppi di ira e combattività. Se la persona ricorda ancora bene com’era prima della malattia, l’avanzamento della stessa può comportare grave disagio psico-emotivo. Quando i ricordi più remoti iniziano a svanire, anche il senso di identità si perde.
Il trattamento, nei casi di demenza da insulto cerebrale, viene pianificato a partire da un’accurata valutazione dei seguenti parametri: modalità con cui il danno cerebrale ha colpito le sfere sensoriali, motorie e cognitive; reazione del paziente ai deficit organici; impatto del danno e della reazione del paziente sull’adattamento sociale e psicologico; contributo della struttura di personalità al quadro clinico.
La psicoterapia può essere utile nelle persone con demenza da danno cerebrale, se c’è una motivazione buona a iniziare un percorso terapeutico, se c’è ancora padronanza in qualche area della propria vita e in assenza di grave compromissione del linguaggio. Lo scopo della terapia in tali casi risiede nell’aiutare la persona ad accettare i deficit irreparabili e le limitazioni conseguenti alla malattia (come il non poter tornare a lavoro) e a elaborare la perdita della propria identità precedente. Può essere utile una terapia familiare e di coppia, per aiutare i pazienti ad adattarsi a cambiamenti nelle relazioni intime e ad affrontare il quotidiano. Anche se l’impoverimento cognitivo progredisce più o meno rapidamente, la persona colpita da demenza può essere raggiunta in terapia da un punto di vista emozionale.
L’Amnesia
La persona colpita non è in grado di apprendere nuove informazioni o di ricordare eventi passati. Il disturbo amnestico è spesso preceduto da un quadro clinico che comporta confusione e disorientamento, con occasionali problemi di attenzione. Il disorientamento può essere spaziale o temporale, ma raramente riguarda se stessi.
La maggior parte delle persone con grave disturbo amnestico non è consapevole del proprio deficit di memoria e può negarlo, nonostante le prove evidenti. Questa mancanza di consapevolezza può portare ad accusare gli altri o a stati di agitazione. A volte la persona presenta apatia, mancanza di iniziativa, ottundimento emotivo (“non sente nulla”) e può apparire superficialmente socievole.
L’età di insorgenza e il decorso dell’amnesia può essere molto variabile, a seconda della patologia che ne sta alla base. Una lesione traumatica del cervello o un ictus possono portare all’insorgenza acuta del disturbo amnestico. L’abuso di sostanze o la deficienza nutrizionale protratta possono provocare un’insorgenza insidiosa. Un danno cerebrovascolare può portare a un’amnesia transitoria ricorrente.
Il trattamento dipende dalla causa dell’amnesia: se di origine emotiva, allora l’intervento sarà psicologico e avrà l’obiettivo di aiutare la persona a riappropriarsi dei ricordi dimenticati, per reintegrarli nella propria esperienza di vita. È importante permettere alla persona di elaborare eventuali traumi e bisogni alla base dell’esperienza amnestica stessa.
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